Cosa sono i traccianti?

In idrologia e idrogeologia un tracciante è un qualsiasi tipo di sostanza o proprietà dell’acqua che può essere usata per seguire il percorso dell’acqua (superficiale o sotterranea).

Si usa distinguere tra:

  • traccianti naturali: sostanze o proprietà chimico-fisiche naturalmente presenti in un corpo d’acqua; ad esempio: temperatura, salinità, isotopi dell’ossigeno, sostanza organica, torbidità;
  • traccianti artificiali: sostanze o particelle che vengono immesse (volontariamente o accidentalmente) in un corpo d’acqua, ma che sarebbero naturalmente assenti (o presenti con un basso tenore di fondo).

Sei interessato ad un'applicazione con traccianti?

Sono Valentina Vincenzi, geologa esperta in Idrogeologia. Mi sono occupata di numerose applicazioni di traccianti nelle acque sotterranee, dal 2000 ad oggi. Dal 2010 opero come libera professionista fornendo consulenza sul tema delle acque sotterranee a enti pubblici, università, gestori di acquedotti, clienti privati ed aziende nei settori geologico, ambientale, approvvigionamento idrico da pozzi.

Traccianti artificiali

Sono classificati nelle seguenti categorie o famiglie:

  • prodotti chimici solubili
    • traccianti salini (NaCl, LiBr,…)
    • traccianti fluorescenti: coloranti (fluoresceina sodica, sulforhodamina, eosina) o sbiancanti ottici (tinopal, amino-G-acid, napthionato di sodio)
  • particelle solide (batteri, pollini,…)
  • isotopi stabili (acqua arricchita in 2H o 18O)
  • isotopi radioattivi (3H, 14C, 36Cl, 131I,…)

I traccianti salini (salts) e i coloranti fluorescenti (fluorescent dyes) rappresentano le famiglie di più comune utilizzo, sia a livello di ricerca che di applicazioni pratiche.

Le altre famiglie sono utilizzate prevalentemente a scopo di ricerca scientifica, a causa di una maggiore complessità ed onerosità di applicazione e dell'esigenza di particolari analisi di laboratorio.

Vai alla pagina di approfondimento sui traccianti fluorescenti.

Prove di tracciamento nelle acque sotterranee (Groundwater Tracing Test)

Una prova di tracciamento usa un tracciante artificiale per seguire il flusso dell’acqua e si basa sul semplice principio di monitorare le possibili vie d’uscita della sostanza immessa in acquifero.

La prova consiste materialmente nell'immissione di una sostanza artificiale (il tracciante) all'interno di uno o più punti di accesso alle acque sotterranee e nella successiva ricerca della stessa sostanza presso altri punti di passaggio o recapito delle acque sotterranee, per la verifica del collegamento idrico sotterraneo. Attraverso il monitoraggio (campionamenti ripetuti nel tempo o utilizzo di strumentazione di campo per monitoraggio in continuo), si possono determinare i tempi d’arrivo e quindi le velocità.

Cosa si può determinare con le prove con traccianti?

  • direzioni di flusso
  • velocità di flusso
  • parametri dell’acquifero:
    • conducibilità idraulica
    • dispersività
    • porosità efficace
  • connessione idrogeologica/idraulica tra punti:
    • tra una sorgente di contaminazione ed un potenziale bersaglio
    • tra due falde idriche
  • identificazione di perdite idriche:
    • da un invaso idrico artificiale
    • da sistemi fognari
  • tenuta idraulica di sistemi sotterranei di confinamento delle acque:
    • barriera idraulica costituita da pozzi o trincee
    • barriere fisiche: diaframmi, palancole, impermeabilizzazioni, ...

Concetti fondamentali

Conducibilità idraulica (K): rappresenta la capacità di un corpo geologico a farsi attraversare dall’acqua, dipende sia dalle proprietà del corpo geologico, che dalle proprietà del fluido (viscosità e densità, che dipendono a loro volta da concentrazione di sali disciolti e temperatura). Ha le dimensioni di una velocità (m/s) e spesso viene indicata con il termine di permeabilità, sebbene non vada confusa con la permeabilità intrinseca (k), dipendente unicamente dalle proprietà del corpo geologico. Quando non diversamente specificato i valori di K utilizzati in idrogeologia si riferiscono alla conducibilità idraulica ed all'acqua a temperatura ambiente.

Curva di breakthrough (o curva di arrivo): è la curva concentrazioni-tempo (di forma gaussiana asimmetrica) che dimostra l'arrivo di un tracciante al punto di monitoraggio; per effetto della dispersione fisica del soluto in falda nelle tre direzioni dello spazio, in funzione del regime di moto, delle proprietà dell’acquifero e di quelle del soluto stesso, si crea un pennacchio (o plume) di soluto che arriva al punto di monitoraggio con una concentrazione variabile nel tempo ed i cui valori si distribuiscono su una curva, detta appunto breakthrough curve.

Dispersione cinematica (o meccanica): processo che avviene a diverse scale d’osservazione, in qualsiasi mezzo poroso, dovuto al fatto che le particelle di acqua fluenti nel sottosuolo seguono percorsi diversi a causa delle eterogeneità della matrice solida che ne devia il cammino e ne fa variare localmente la velocità: in pratica alcune particelle di acqua percorrono in uno stesso tempo distanze diverse con tragitti diversi (Fetter, 2008). Il processo è descritto dalla Dispersività, parametro intrinseco del mezzo poroso (espresso in unità di lunghezza).

Dispersione idrodinamica: include, oltre alla dispersione cinematica, il processo della diffusione molecolare, espresso dal parametro coefficiente di diffusione molecolare che diventa rilevante solo a basse velocità di flusso.

Il processo è descritto dall'Equazione del trasporto:

D = αL x (VL2/|ν|) + αH x (VH2/|ν|) + αV x (VV2/|ν|) + D*

dove: D = coefficiente di dispersione idrodinamica (m2/s); αL = dispersività longitudinale (m); VL = velocità reale longitudinale di flusso lungo le vie di migrazione (m/s); αH = dispersività orizzontale (m); VH = velocità orizzontale di flusso (m/s); αV = dispersività verticale (m); VV = velocità verticale di flusso (m/s); |ν| è il modulo della velocità di filtrazione; D* = coefficiente di diffusione molecolare (m2/s).

Porosità cinematica o efficace (ne): quella frazione di porosità (n) in cui è contenuta acqua libera di muoversi e defluire secondo il gradiente idraulico dell’acquifero; la restante frazione è chiamata “capacità di ritenzione (Cr)” e contiene acqua “immobile” (n = ne + Cr). La porosità efficace, a differenza della conducibilità idraulica, non influenza la distribuzione del carico idraulico in un acquifero, ma è determinante sulla velocità dei fluidi nel sottosuolo con una relazione di proporzionalità inversa (v = K * i / ne); assume pertanto un significato molto importante nello studio della migrazione di inquinanti e traccianti in falda.

 

Bibliografia essenziale di riferimento

Behrens H., Beims U., Dieter H., Dietze G., Eikmann T., Grummt T., Hanisch H., Henseling H., Käss W., Kerndorff H., Leibundgut C., Müller-Wegener U., Ronnefahrt I., Scharenberg B., Schleyer R., Schloz W. & Tilkes F. (2001). Toxicological and ecotoxicological assessment of water tracers. Hydrogeology Journal, 9(3): 321–325.

Benischke R., Goldscheider N. & Smart C. (2007) Tracer techniques. In: Methods in karst hydrogeology. Taylor & Francis Eds., 2007.

Fetter C.W. (2008) Contaminant Hydrogeology. 2nd Edition, Waveland Press Inc., Long Grove, 500 pp.

Käss W. (1998). Tracing techiniques in geohydrology. Balkema editions.

Leibundgut C., Maloszewski P. & Külls C. (2011). Tracers in hydrology. Wiley.

Schudel B., Biaggi D., Dervey T., Kozel R., Müller I., Ross J.H. & Schindler U. (2002). Utilisation des traceurs artificiels en hydrogéologie – Guide pratique. Rapporti dell'UFAEG, Serie Geologia, N. 3, pp. 77.