Acqua bene pubblico

L'acqua, sia superficiale che sotterranea, è un bene pubblico, di proprietà dello Stato.

La prima legge a stabilirlo è il REGIO DECRETO 11 dicembre 1933, n. 1775, prevedendo che ogni uso dovesse essere autorizzato e affidato mediante concessioni di derivazione.

Nel 1994 con la LEGGE 5 gennaio 1994, n. 36 (Legge Galli) vengono introdotti concetti fondamentali come "risorsa che è salvaguardata ed utilizzata secondo criteri di solidarietà", salvaguardia delle "aspettative ed i diritti delle generazioni future a fruire di un integro patrimonio ambientale", "usi...indirizzati al risparmio e rinnovo delle risorse per non pregiudicare il patrimonio idrico, la vivibilità dell'ambiente, l'agricoltura, la fauna e la flora acquatiche, i processi geomorfologici e gli equilibri idrologici". Stabilisce inoltre che "l'uso dell'acqua per il consumo umano è prioritario rispetto agli altri usi del medesimo corpo idrico superficiale o sotterraneo".

Tali concetti sono confermati dalle successive normative sulle acque, che recepiscono le direttive europee sulle tematiche ambientali: prima con il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n.152, poi con il vigente Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Testo Unico Ambientale), entrano in scena i limiti di legge sui parametri delle acque, i siti contaminati e le bonifiche.

 

 

Concessione di derivazione

Chiunque voglia utilizzare l'acqua (superficiale o sotterranea, quindi fiumi, sorgenti o pozzi) per scopi privati deve richiedere una CONCESSIONE DI DERIVAZIONE, o CONCESSIONE D'UTILIZZO: è questa infatti che stabilisce le modalità e i tempi di utilizzo, a fronte del pagamento di un canone annuo stabilito in funzione dell'uso e dei volumi estratti.

Lo Stato ha delegato alle Regioni la competenza in materia di concessioni idriche e tutte le Regioni (o eventualmente un loro braccio tecnico delegato) hanno emanato una loro normativa regionale sul tema, che stabilisce le tipologie d'uso, le modalità di richiesta, l'iter istruttorio, i tecnici competenti per la redazione delle istanze, le spese di istruttoria, cauzioni e canoni.

Per tutti coloro che derivano acqua senza titolo è prevista una sanzione amministrativa.

Come fare la richiesta di concessione?

Le modalità variano da regione a regione.

Una prima verifica sul portale istituzionale della propria regione può fornire già molte informazioni. I link per le diverse regioni sono elencati in fondo a questa pagina.

La semplicità o complessità della pratica può variare notevolmente in funzione di diversi parametri, tra i quali: richiedente (privato cittadino per uso domestico o azienda), tipo di prelievo (da pozzo, da fiume, da sorgente), tipologia d'uso, portate e volumi richiesti (fabbisogno idrico), normativa ambientale vigente sul territorio, presenza di punti di prelievo ad uso potabile nelle vicinanze, presenza di fonti idriche alternative (canali irrigui, acquedotto), ecc...

La consulenza di un tecnico specializzato permette prima di tutto una verifica preliminare di fattibilità, quindi una stima di tempi e costi, per valutare la convenienza dell'investimento economico.

E' sempre richiesta la compilazione dell'apposita modulistica regionale, assieme ad una relazione tecnica di progetto dell'opera di captazione delle acque (a volte non necessaria per piccoli prelievi/domestici).

Nel caso del prelievo da pozzo è richiesta anche la relazione geologica / studio idrogeologico ed è quindi necessaria la specifica consulenza di un Geologo.

Vuoi assistenza per una richiesta di concessione idrica?

Sono un Geologo esperto in idrogeologia. Opero dal 2010 nel settore dei pozzi per acqua. Contattami per valutazioni di fattibilità, preventivi, richieste di concessione e progettazione.

Portali regionali di riferimento